Il gx-39 Baikanfu ha fatto storcere la bocca a molti italiani data la modalità di trasformazione praticamente identica al noi ben più noto Gordian! Da ciò è nata spontanea la domanda del perchè non fosse stato prodotto proprio quest’ultimo. La risposta a questa domanda è assai semplice: come spesso avviene ciò che da noi è più noto, lo è meno in Oriente e viceversa.
Ed ecco che Bandai ha puntato per il gx-39 sul commercialmente più remunerativo Baikanfu.
Il robot si compone di 3 elementi (il protagonista,. il robot bianco e blu Kenriu ed il robot più esterno Baikanfu) incassati uno dentro l’altro come una vera matrioska e meraviglia la capacità che Bandai ha avuto di dare snodabilità al robot anche una volta assemblato senza che la presenza di componenti più interni infici particolarmente il grado complessivo di mobilità del nostro Baikanfu.
Meraviglia anche il contenuto in metallo con buona pace di coloro che hanno avuto il coraggio di definirlo “plasticone” (850 grammi non mi sembrano così pochi 🙂 ). In particolar modo il Kenriu è molto ricco di zamak.
Bello lo stand espositivo per le armi a forma di montagnola e le figure snodate del protagonista e della sorella (Rom e Leina Stol).
Dispiace che quando il mecha non è assemblato alcune parti del Baikanfu presentino dei “buchi” (leggi braccia) un po’ antiestetici! 🙁
Per me è stato il miglior modello del 2007, e continuo ad esserne profondamente convinto dato il lavoro tecnico svolto da Bandai che per i miei gusti è secondo solo al capolavoro gx-34 GunBuster.
Alcune foto del mio
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